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ISBN: 978-88-97412-86-1Una fondamentale introduzione al controverso (ma ormai ineludibile) tema del potenziamento umano nel nostro Paese.
Descrizione
Superumani. Lo sviluppo della biomedicina (smart drugs, interventi genetici e chirurgici, nanotecnologie) porta con sé grandi promesse per il futuro, ma anche grandi interrogativi: questi interventi faranno nascere persone non più umane, con caratteristiche e disposizioni completamente diverse dalle nostre? Stiamo giocando «a fare Dio»? Superumani affronta il dibattito internazionale sulle questioni morali legate al potenziamento delle disposizioni e delle capacità umane, analizzando le argomentazioni di quattro importanti pensatori (F. Fukuyama, M.J. Sandel, L.R. Kass, J. Habermas) che con la propria riflessione hanno messo in evidenza i limiti e i rischi dell’enhancement applicato all’uomo. In questa nuova edizione, poi, un’appendice approfondisce in maniera specifica il tema, sempre più attuale e dibattuto, del genome editing applicato all’uomo, inteso sia come strumento di cura sia come strumento di enhacement delle generazioni future. Una fondamentale introduzione al controverso (ma ormai ineludibile) tema del potenziamento umano nel nostro Paese.
«Il termine inglese enhancement si può tradurre come «miglioramento» o anche «potenziamento»: questo libro vuole essere una riflessione sull’accettabilità morale degli interventi finalizzati a migliorare quelle che, al momento, sono le nostre disposizioni «normali» o «naturali». Quando parliamo di disposizioni normali non intendiamo esprimere una valutazione morale circa le capacità che le persone dovrebbero coltivare per avere una vita buona, facciamo semplicemente riferimento ad alcuni fatti: la nostra aspettativa di vita è limitata – nessuno è vissuto più di 122 anni – (Harris 2000, 2002, 2004), siamo vulnerabili a malattie come il cancro o l’HIV (Harris 2007: 22), abbiamo capacità fisiche e cognitive che sono soggette all’affaticamento e che, anche nelle persone più dotate, non vanno oltre certe prestazioni. È chiaro che queste condizioni che caratterizzano attualmente la nostra natura e le nostre potenzialità potrebbero cambiare in futuro come risultato dei meccanismi della selezione naturale. È vero, poi, che quei cambiamenti potrebbero essere prodotti in breve tempo dalle nostre scelte invece che risultare da processi evolutivi lunghi milioni di anni. Non è vero, invece, che ci troviamo per la prima volta nella condizione di poter rimpiazzare l’evoluzione darwiniana per selezione naturale con un processo di selezione scelto in maniera deliberata, i cui risultati, invece di dover aspettare milioni di anni, possono essere immediati.» (Dall’introduzione di Maurizio Balistreri)
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